Aneddoti di Tango – Vissuto 117
“La Gabbia”
Ero seduto sulla “panca” dei maestri al Beso, cercavo di sparire per ascoltare meglio e non perdermi nessuna delle loro battute, delle loro storie, dei loro aneddoti. La música andava, la pista girava, le parole fluivano, tutti i miei sensi erano ricolmi di “troppo”. La serata era “normale” scorreva tranquilla, fin quando in pista arrivò un “giocoliere” straniero che iniziò ad “esibirsi” disturbando non poco l’atmosfera. Quando passò davanti al tavolo si alzarono dal tavolo e con un applauso ironico iniziarono a gridare “al Colon, al Colon”… Durante il Chamuyo il dueño provó ad avvicinare la coppia per ricordargli le “norme” che in quel locale vigevano, ma non gli fu possibile perché questi era già in movimento ballando tra le coppie ferme che parlavano. Si girò verso il tavolo dei viejos milongueros e ci fu un occhiata d’intesa. Si alzarono in due che avevano già mirado due donne e dopo essere andati a prenderle al loro tavolo, scesero in pista facendo attenzione ad entrare uno avanti ed uno dietro al “virtuoso”. Quello che era subito dietro iniziò a rubare sempre più spazio fino a ballare vicinissimo ai piedi del virtuoso, sempre rivolgendogli le spalle e sempre avanzado come questi avanzava. Nel frattempo chi era davanti progrediva lentamente, ballando molto sul posto. Il Virtuoso non sapeva più come muoversi e si placó, ma non era ancora domo, si vedeva che voleva fuggire da quella “gabbia”. Chi lo precedeva allora si scostò in seconda ronda e gli iniziò a ballare di lato, togliendogli la possibilità di fuga, anche durante il chamuyo. Si vedeva che era un animale in gabbia, con tanta voglia di “evasione”, voglia di spazi enormi dove correre libero. Ma aveva scelto il luogo sbagliato per farlo. La tanda fini ma non la sua frustrazione. Mi alzai per cercare di carpire le prime parole dopo quell’esperienza. Era italiano, fu semplice… “….come ballano male in questo posto, molto meglio le milonghe italiane….” e continuó “…che cafoni, che capre, non mi lasciavano spazio, erano sempre appiccicati….” Il dueño cercò di avvicinarlo per le raccomandazioni di rito, ma non c’è ne fu bisogno, era già al guardaroba per ritirare ciò che aveva lasciato all’ingresso…. se ne stava andando deluso “dalla scarsità dei ballerini presenti e dal loro ballo espresso…..”
Girordano Ricciardi, insegnante e musicalizador di Tango Argentino (Contatto: +39 333 465 9797)
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