Sull’abbraccio del Tango, riflessioni di Massimo Terzi

Prima ancora di parlare di tecnica o stili di tango, credo che ci sia il problema dell’abbraccio. Infatti, molte persone vivono l’abbraccio con difficoltà emotive, come se ci fossero delle resistenze al contatto fisico. Chi ha un minimo di esperienza di insegnamento lo avrà certamente notato.

Sembra che per gli argentini (e sudamericani in generale) il contatto fisico sia più naturale e l’abbraccio sia più spontaneo. Benché gli italiani per molti aspetti siano affini agli argentini, queste differenze culturali restano. Da noi il contatto fisico è spesso relegato ai rapporti con le persone più intime (genitore, compagno, ecc), mentre è quasi escluso in altri contesti.

Alle difficoltà emotive, si aggiunge l’impostazione tecnica di alcuni maestri da “spettacolo” che insegnano abbracci distaccati, rigidi e scenografici a persone che mai si esibiranno o che balleranno solo o prevalentemente in milonga.

L’abbraccio può essere considerato l’emblema del tango ma, nella realtà, è spesso assente.

Ecco, credo che per apprezzare più profondamente il piacere del tango occorra superare le barriere emotive e vivere con più naturalezza l’abbraccio. Occorre anche lasciare andare gli insegnamenti da palcoscenico perché alla fine ciò che conta sono le sensazioni individuali, quelle che ci portiamo a casa la sera, dopo la milonga, e non l’immagine che lasciamo a chi ci guarda (a meno che non si viva di tango). La tecnica, indispensabile, serve per gestire l’abbraccio non per sostituirlo.

Nei miei non pochi anni di tango (dal 2002), le tande magiche, quelle speciali che ti restano nel cuore e nella memoria, sono sempre accompagnate dalle sensazioni di un bell’abbraccio. Sono arrivate quando ho imparato a ballare in abbraccio e sono sempre state condivise con ballerine senza timori ad abbracciare in modo naturale ed empatico.

Quando si è in grado di abbracciare veramente qualcuno nel ballo si può poi anche scegliere di non farlo e ballare in abbraccio largo. È una questione di gusti, sensibilità ed è assolutamente lecita. Ma, in ogni caso, per ballare tango occorre superare le difficoltà emotive (prima) e tecniche (poi) dell’abbraccio.

Massimo Terzi

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