Di Layla Zanni

“ Non c’è niente di più emozionante
che osservare i colori della propria
Anima ”
– Layla –

Carl Gustav Jung, famoso psicoanalista svizzero, studiò i Mandala per oltre 20 anni e scrisse quattro saggi sull’argomento. Per comprendere l’interpretazione mandalica di Jung occorre comprendere i concetti di inconscio collettivo e  di archetipo.
Jung sostiene che la coscienza umana, oltre ad essere caratterizzata da un inconscio individuale, trae elementi anche da un “inconscio collettivo”, un serbatoio esperienziale in cui è possibile riconoscere vari archetipi, ossia varie tipologie di essenza e comportamento in cui possono idealmente essere suddivise le caratteristiche principali degli esseri umani.
Gli archetipi presentano tre caratteristiche peculiari: l’universalità, l’impersonalità e l’ereditarietà. La loro presenza è ricorrente, per esempio, nei sogni, dove si manifestano spesso contenuti non individuali e non ricavabili dall’esperienza personale del sognante.
Per Jung i “Mandala sono uno dei migliori esempi dell’operazione universale di un archetipo” cioè dell’azione di quei temi e schemi dominanti presenti nell’inconscio collettivo di tutti noi.
“Il Mandala rappresenta uno schema ordinatore che in certa misura si sovraimpone al caos psichico, così che l’insieme che si sta componendo viene tenuto insieme per mezzo del cerchio che aiuta e protegge.
Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare un Mandala che sembrava corrispondere alla mia condizione intima di quel periodo. Solo un po’ per volta scoprii che cosa è veramente il Mandala: il Sè, la personalità nella sua interezza, che è armoniosa se tutto va bene.” (C.G. Jung)
La parola Mandala deriva dalla lingua indiana sanscrita  e significa “cerchio”.
Il Mandala compare in ogni cultura e in tempi diversi, dal Tibet lamaistico, all’induismo tantrico, al buddhismo Vajrayana tibetano, agli Indiani Navaho e del Sud-Ovest America.
La sua valenza è conosciuta e diffusa a livello globale, a riprova del suo radicamento nell’inconscio collettivo.
Possiamo riconoscere nello schema dei mandala ciò che in fisica quantistica vengono definiti ‘frattali’ ossia geometrie regolari che governano con estrema ed elegante perfezione matematica ogni forma minerale, vegetale o animale in natura.
I Sette Benefici del colorare i Mandala
I ricercatori hanno osservato infatti che anche semplicemente colorare i mandala ha un profondo effetto sul cervello e sulla nostra mente:

-Attiva l’emisfero destro del cervello
-Favorisce la sincronizzazione cerebrale
-Migliora la creatività e la capacità di risolvere i problemi
-Alleggerisce la mente
-Porta in uno stato naturale di meditazione
-Favorisce l’intuizione e il sorgere di nuove idee e progetti
-Ha effetto ordinatore sulla nostra psiche grazie al simbolo rappresentato dal mandala.

98747 © Copyright Layla Zanni 2019 – tutti i diritti riservati
Pubblicazione concessa a titolo gratuito e per fini non commerciali a MenteOlistica – Via Strada Grande, 42 Modena

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