Problematiche della colonna cervicale: cosa può fare lo Yoga

La colonna cervicale, primo tratto della colonna vertebrale, è una zona importante e delicata per l’essere umano, sia dal punto di vista fisico che psicologico, in quanto patologie legate a questo tratto, possono creare danni non del tutto indifferenti e arrivare addirittura a rendere la vita quotidiana difficile e faticosa. E’ un tratto molto delicato, sostiene, stabilizza e rende mobile il cranio, e protegge le strutture che passano attraverso di esso come l’arteria vertebrale e il midollo spinale.

Dal punto di vista delle cure di patologie legate alla colonna cervicale, troviamo un metodo tradizionale che porta a pochi risultati, trattasi infatti di farmaci che non risolvono il problema dalla base, ma che possono attutire il dolore per poi farlo ripresentare.

Ovvio, che anche metodi alternativi non fanno miracoli, ma via via, tra massaggi mirati, agopuntura e sedute Yoga specifiche sul caso danno comunque buoni risultati, in alcuni casi anche risolutivi.

Scopo di questa relazione, è un accenno alla struttura della colonna cervicale, le patologie più rilevanti ad essa collegate, le varie cure tradizionali e quelle alternative, fino ad arrivare allo Yoga, dove verrà descritta una breve sequenza di scioglimenti e asàna mirati.

Colonna cervicale

La colonna cervicale, è la prima parte alta della colonna vertebrale che è così composta:

Il rachide cervicale è costituito da sette vertebre, distinguibili – sulla base di alcune peculiarità anatomiche – in una regione superiore (C1-C2) ed in una inferiore (C3-C7); per questo motivo il primo tratto della colonna vertebrale viene didatticamente suddiviso in rachide cervicale superiore e rachide cervicale inferiore.

A seguito della settima cervicale, troviamo la colonna dorsale costituita da 12 vertebre e la colonna lombare che ne comprende 5. Segue poi la zona sacrale, che conta 5 vertebre saldate tra di loro, e infine il coccige, che può presentare da 3 a 5 vertebre atrofizzate.

Tra la settima vertebra cervicale e la prima dorsale, si trova una cerniera che permette la flesso / estensione e rotazione; ne troviamo poi una seconda, tra la dodicesima dorsale e prima lombare, che permette flesso / estensione e rotazione del tronco.

Si deduce quindi che troviamo un articolazione semi-mobile in quanto le vertebre sono contigue tra di loro.

Tornando alla colonna cervicale, si presenta una curvatura di circa 36° a convessità anteriore – detta lordosi – che varia in relazione alle modificazioni delle altre curve rachidee, anche in base all’età ( va via via accentuandosi in persone anziane ).Tra la C3 e la C4 nasce un plesso nervoso, il cervico brachiale. Il plesso brachiale è uno dei sei plessi nervosi appartenenti al sistema nervoso periferico costituito dai rami anteriori dei nervi spinali. Da qui, troviamo altre diramazioni, come il nervo ulnare e radiale.

Artrosi cervicale, discopatia e sindrome muscolo tensiva, cure classiche e alternative

Due classiche patologie della colonna cervicale sono l’artrosi cervicale e la sindrome muscolo tensiva.

L’artrosi cervicale, si rileva con la presenza di osteofiti, piccole formazioni ossee ad uncino che prendono il nome di UNCOARTROSIOSTEOFITICA. Questi uncini, andrebbero a strisciare contro i nervi localizzati nella colonna, e sulla base della loro posizione, andare a creare numerosi fastidi. Il plesso quindi si va ad infiammare, provocando sintomi che si possono suddividere in 2 fasce: fascia alta e fascia bassa.

La alta, che comprende le prime 3 vertebre, se infiammata, può provocare cefalea, emicrania retroarticolari,, vomito, acufeni, vomito e formicolii. La bassa, comprende le vertebre dalla C4 alla C7; la presenza di infiammazione in questa zona crea dolori di movimento in flesso/estensione e rotazione, doloro alle spalle e formicolii alle mani e le dita.

La discopatia, è una sofferenza del disco; il disco è una sostanza ialina ( tipo mucillagine ) tenuta insieme da una membrana ( involucro ). Il disco si trova tra una vertebra e l’altra, fa da ammortizzatore per la colonna e tiene contigua l’intera unità muscolo tensiva.

Entrambi i disturbi vanno diagnosticati dal medico, dopo lastre ed esami specifici.

Un altro disturbo della colonna cervicale, è la sindrome muscolo tensiva, in cui la persona accusa gli stessi sintomi dell’artrosi cervicale, pur non riscontrando tale patologia, mentre quello che accade è un aumento del tono muscolare dovuto a: stress, insonnia, postura scorretta, ipertono ed ansia.

Va da sé, che se il tono muscolare è alterato, potremmo riscontrare disequilibri sulle 2 centraline principali del sistema neurovegetativo: sistema simpatico tonico ( eccitazioni ) che alterato può dare pressione alta, tachicardia, respiro affannoso ecc. Mentre il sistema parasimpatico ( tendenza a deprimersi ) con il Vago ( il suo nervo principale ) tonico, presenterà persone con predisposizione della diminuzione della pressione ed una tendenza a deprimersi.

Per quanto riguarda artrosi cervicale e sindrome muscolo tensiva, la Kinesi ( movimento ) consiste in un buon metodo di aiuto, in quanto rilascia i paravertebrali, infatti la Kinesi terapia consiste in movimenti da parte del terapista che posso essere passivi o attivi. Nel caso di artrosi e sindrome muscolo tensiva il paziente sarà seduto su uno sgabello a vite con le braccia conserte poggiate sul lettino e il capo chino su di esse, in modo da ottenere appunto il rilasciamento dei paravertebrali.Il terapista poi, si posiziona su di un lato per massaggiare quello opposto e viceversa con sfioramenti ( zona cervicale ) e microimpastamenti ( paravertebrali e spalle ). Insieme ( o separati ) alla Kinesi, anche il massaggio antistress può avere effetti benefici: seduto dietro al paziente in posizione supina, il terapista procederà con delle micro frizioni sulla teca osseo/frontale ( sopra all’arcata ciliare ), sino alla zona temporale, scendendo poi con sfioramenti nelle porzioni sottozimatiche e ai muscoli facciali, naso/labiali con micro impastamenti scendendo fino al mento.

Finisce il giro ripristinando la massa , tornando alla fronte e riprendendo per almeno 20 minuti.

Troviamo inoltre la cura farmacologia, tramite assunzione orale o inframuscolo di chetaprofenici, mio rilassanti, oppure apparecchiature strumentali, come tens, risonanza e ionoforesi. Ovviamente tutto sotto controllo medico.

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