Tra le tante forme di rilassamento provate fino ad oggi, lo yoga Nidra mi ha colpita da subito per la sua semplicità e simultanea profondità.
L’iniziale sfida a non addormentarsi nel lento ricapitolare i punti del corpo è divenuta passo dopo passo un sereno allenamento ad allargare lo spazio tra veglia e sonno.
Da dove viene lo yoga nidra? Che significa?
Letteralmente significa Yoga del Sonno. Certo la posizione in cui si pratica normalmente è sdraiati supini con il corpo completamente abbandonato nella posizione del cadavere (shavasana), quindi si potrebbe pensare che il nome derivi da questa. In realtà deriva dallo stato mentale in cui conduce, un luogo che non è già più veglia ma non è ancora nemmeno sonno, dopo poco allenamento si arriva in questo spazio in un attimo e ci si riesce a rimanere per un tempo sempre maggiore.
In questo stato la ricettività è maggiore e si crea un ponte tra conscio e inconscio poiché ci troviamo nello stato definito in psicologia Ipnagogico.
Qui la nostra mente funziona molto meglio, con più efficacia, è più facile apprendere nuove materie, ascoltandole; è più semplice ottenere il rilascio di tensioni, condizionamenti o abitudini limitanti.
E’ un luogo di trasformazione nel quale ha anche sede la creatività, l’immaginazione, l’inspirazione artistica, allenandosi a rimanere in questo stato ci si avvicina al proprio sé e si ottengono le informazioni utili alla propria evoluzione.

Yoga Nidra Yoga Nidra

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Da un punto di vista spirituale è quindi un allenamento assolutamente utile per chi ha a cuore la propria evoluzione e il proprio percorso nello yoga di unione (tra microcosmo e macrocosmo).
Ed è per questo che proprio all’inizio della pratica si mette un seme del cambiamento grazie alla ripetizione di un intento, il Sankalpa, per la propria trasformazione. Può essere un desiderio pratico fisico, un desiderio spirituale o la risoluzione di qualcosa che ci sta a cuore.
Swami Satyananda Saraswati, colui cha ha sviluppato questa tecnica, racconta che nacque da una sua esperienza diretta.
Dovendo fare la guardia notturna ai ragazzi che abitavano nella scuola di sanscrito, per controllare che nulla interrompesse la recita degli sloka (versetti) degli antichi testi, gli capitò più volte di addormentarsi profondamente alle tre per risvegliarsi alle sei quando doveva rientrare nel suo ashram.
Qualche mese dopo, durante una funzione alla scuola di sanscrito, vennero ripetuti più volte sloka che Satyananda era sicuro di non aver mai studiato, eppure ebbe la sensazione di conoscerli benissimo, e più li sentiva e più la sensazione aumentava. Confrontandosi con un insegnante della scuola scoprì che li aveva sentiti mentre dormiva, e quindi quella che sembrava una sensazione altro non era che la conoscenza che il suo corpo sottile durante le notti di sonno profondo aveva registrato e imparato di quelle parole e quindi in realtà le conosceva già.
Questa esperienza lo spinse ad approfondire alcune tecniche tantriche tra cui quella del Nyasa ( letteralmente “mettere”, “mettere l’attenzione in un punto”).
Tale tecnica si praticava da seduti e prevedeva di portare l’attenzione ad una parte del corpo, toccare quella parte e poi recitare un mantra che “chiamava” quella parte del corpo; in questo modo si portava consapevolezza e attenzione pura alle varie parti del corpo utilizzando corpo fisico, attenzione (mente) e corpo sottile (tramite l’uso del mantra).
In Yoga Nidra non si dorme, piuttosto si ritirano i sensi completamente all’interno e seguendo la voce che guida si porta la consapevolezza ad un livello più profondo e da li si rivolge attenzione alle varie parti del corpo, producendo una rotazione sistematica della consapevolezza.
Si pronuncia mentalmente per tre volte il sankalpa, per spostarsi nello stato di ritiro dei sensi, “pratyahara” profondo, a questo punto si sposta l’attenzione al respiro, attraverso diverse indicazioni si osserva il suo percorso o il luogo da cui entra o esce o altro.
In seguito si invita la persona a provare sensazioni e percezioni, a partire da opposti, corpo leggero/corpo pesante, caldo/freddo, in questo modo vengono armonizzati i due emisferi celebrali e si equilibrano gli stimoli basilari. In questa fase possono nascere reazioni emozionali che vengono risvegliate e poi rilassate.

Dopo aver rilassato il corpo e le emozioni ci si allena attraverso la fase di visualizzazione. Si incontrano così luoghi, immagini archetipiche, che servono a dialogare con l’inconscio, utili al rilassamento mentale profondo tramite un lavoro di pulizia d immagini o ricordi che disturbano o che creano dolore. L’ultima immagine di questa serie è sempre una immagine di quiete e di pace trattenuta un po’ più a lungo.
In chiusura di pratica viene richiamato il Sankalpa, l’intento e di seguito lentamente si procede a risvegliare il corpo con piccoli movimenti e respiro sempre più profondo.
Praticando con costanza Yoga Nidra cambia la qualità del sonno.
Praticando in autonomia la ricapitolazione del corpo prima di dormire si va a rilasciare tutte le tensioni muscolari, si impara ad osservare in modo distaccato le tensioni emozionali, cosa che ci permette di viverle non come sfortune ma come occasioni di crescita, e vengono rilasciate tutte le tensioni mentali poiché il pensiero è concentrato in modo rilassato.
Ci si sposta così dalla vita frenetica piena di stimoli, in cui rientrano anche i film o i libri che ci accompagnano nelle serate, ad uno spazio di quiete e di pace prima di dormire. Il sonno diventa così di un altra qualità completamente rigenerante per il corpo (sistema nervoso in primis) e nutriente per la mente. Un vero e proprio staccare completamente la spina che porta grandissimo benessere psicofisico.
L’addormentarsi solo davanti alla televisione o leggendo un libro è una spia di quanto poco controllo abbiamo sulla nostra mente, tanto quanto lo svegliarsi a metà notte e non riuscire a riaddormentarsi o semplicemente a rimanere immobili.
Quando ci si addormenta in queste condizioni il sonno non è mai profondo. In questo

stato il corpo si rilassa in parte così come la mente e le emozioni non vengono rilasciate. Al risveglio spesso si ricomincia a pensare do dove ci si era fermati la sera prima, quasi come se la mente avesse rimuginato tutta notte quell’argomento, e in effetti spesso è proprio così. Una parte di noi dorme una parte rimane affaccendata.
Nelle notti insonni o agitate la ricapitolazione ci sposta in uno stato di semiveglia che anche se non si trasforma in sonno ci fa sentire riposati al mattino perchè rilassa completamente il corpo e la mente. Chi soffre di insonnia a volte “guarisce” a volte semplicemente impara a gestirla in modo che corpo e mente stacchino come se si dormisse profondamente.
Il riuscire a dominare l’agitazione della mente è poi utile molto spesso anche da svegli, così ci capita di smettere di reagire a cose che un giorno ci avrebbero spostato subito in emozioni di rabbia o paura, in alcune situazioni di vita imparare come arrivare alla quiete può cambiarci completamente l’esperienza del dolore fisico o dell’immobilità forzata.
Yoga nidra crea uno spazio nuovo in cui il nostro corpo, la mente e il nostro spirito possono trovare una pace profonda, rigenerante, e da questo spazio vuoto e silenzioso tutto prende un nuovo significato, si riparte ma da un altro punto di partenza, tutte le attività prendono una nuova sfumatura.

Elisa Annovi

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